sabato 24 dicembre 2011

Perché sono infelice?

Perché sono infelice?
Perché sono così insicuro?
Cosa non va?
Vorrei essere più sveglio ma non ci riesco, perché?
Vi è mai capitato di chiedervelo?
Penso di si! E di solito le risposte a queste domande  si trovano dappertutto: internet, libri incentrati sulla sicurezza di se, corsi di yoga, corsi di autoaffermazione , riviste che parlano di benessere ecc. Tutte cose facili d’apprendere e da mettere in pratica ma che non toccano mai il problema alla radice. Tutte cose ti permettono di funzionare bene e di inserirti meglio nella società, ma che non ti permettono mai di arrivare ad una vera sicurezza interiore. Al massimo si può ottenere una sicurezza solo superficiale.
Come dice Erich Fromm quando parla dei “ venditori di salute” ( Da avere a Essere Mondadori ):
"I “venditori di salute” si limitano a soddisfare un bisogno assai diffuso.
Molte sono le persone confuse e insicure alla ricerca di risposte che diano loro gioia, calma e che suggeriscano loro il modo di capire se stessi, quindi di “guarire”; purché gli antidoti consigliati siano facili da apprendere, richiedano uno sforzo limitato o possibilmente nullo e, soprattutto, che il successo della terapia non tardi a manifestarsi. 
Oggi lo spettro delle offerte è completo: sensitivity-training, terapia di gruppo, zen, T’ai Chi Ch’uan sono termini entrati nel lessico comune. In un ambiente confortevole lo studente e il manager si trovano a fianco di ogni categoria di persone; ed ad accomunarli è la stessa sindrome patologica: la mancanza di contatti interpersonali e di sentimenti autentici e, insieme, il medesimo desiderio di raggiungere l’effetto liberatorio senza eccessivi sforzi.
Su alcuni di questi smorgasbords, come ad esempio la sensory awareness di Charlotte Selver non c’è nulla da eccepire, e la mia critica riguarda semmai l’atmosfera in cui si svolgono i corsi. Nel caso di altri l’impostura inerisce invece alla superficialità delle teorie, soprattutto qualora pretendano di rifarsi all’insegnamento dei grandi maestri di vita. Mentre – esplicitamente o implicitamente – promettono, con vari metodi, una radicale trasformazione della personalità, in realtà ciò che viene raggiunto è un temporaneo miglioramento della sintomatologia depressiva o nella migliore delle ipotesi, portano ad un aumento di energia accompagnato da una diminuzione di tensione. 
In sostanza, queste tecniche sono un mezzo per sentirsi meglio e per riuscire a inserirsi nella società più agevolmente, senza determinare sensibili modificazioni del carattere.
Negli ultimi anni sono stati dati alle stampe molti libri che trattano della strada verso il vivere bene, alcuni dei quali davvero utili, altri invece dannosi perché ingannevoli, nel senso che sfruttano il nuovo mercato che fa appello al desiderio della gente di sfuggire al proprio malessere. 
N.B.
I metodi come lo yoga, la meditazione buddista, training autogeno, portano a un benefico senso di distensione e recupero di energie. Quindi il loro risultato è sicuramente auspicabile, ma non ha niente a che vedere con una radicale trasformazione che porti l’uomo dall’egocentrismo alla libertà interiore. A chi non si aspetta di trovare una strada così semplice per la guarigione, si rivelano tuttavia di grande aiuto.“

Come dice Fromm servono a dare energia ma non a cambiare dal punto di vista del carattere. È un cambiamento esterno ma senza quello interno. ( La sola concentrazione non basta a dare la felicità
È come attraversare un fiume inquinato con una barca invece che pulirlo.
Tu attraverserai anche il fiume, ma il fiume rimarrà comunque sporco.
In realtà l’unico rimedio efficace per raggiungere felicità e sicurezza è cambiare il nostro stile di vita; è cambiare i nostri atteggiamenti verso se stessi, gli altri e la natura; è metterci al di sopra delle cose; è amare e essere attivi; è compiere quel passaggio dalla modalità esistenziale del avere a quella dell’essere.
Questo è davvero molto, ma molto più difficile, però è l’unica soluzione  al problema dell’infelicità.
Se uno riesce a compiere quei passi necessari per passare da una vita orientata sull’Avere a una orientata sull’Essere allora arriverà a sentirti sicuro per quello che è e non per quello che ha;
arriverà a dire: possono portarmi via tutto ma mai quello che sono; arriverà a stare bene con se stesso senza bisogno di autoconvincersi di stare bene; arriverà ad ottenere una sicurezza interiore e non una protezione esteriore.
Questo è quello che si può chiamare felicità. Stare bene con se stessi, per il fatto di esprimere le proprie capacità e arrivare dire: IO SONO QUESTO, QUESTO MI PIACE E LO SO FARE BENE, QUESTO SONO IO E QUESTO è QUELLO CHE VOGLIO DALLA MIA VITA.
Perché la vita è una sola e tu puoi sprecarla cercando di far soldi e riempirti di cose oppure puoi cercare di vivere intensamente, ogni giorno, cercando di venir fuori; cercando, come dice Fromm, di divenire ciò che si è in potenza.


www.qualcosacheleggo.it (Sito dedicato alle opere di Erich Fromm)

2 commenti:

  1. Poso dire come si traduce questa letura? Grazie Mile!!!!

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  2. Se non sei soddisfatto, ti manca qualcosa. Nella teoria della piramide di Maslow c'è un livello di auto-realizzazione (o spiritualità). Forse è la risposta o anche altri livelli non sono ok.

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