sabato 10 dicembre 2011

Concentrazione

Quanto è importante la concentrazione?
Ne ho sempre sentito parlare ma mai mi sono reso conto veramente della sua importanza.
Credo che se la concentrazione fosse più diffusa ci sarebbero molte più persone sicure di se e sopratutto felici. In quanto la concentrazione sviluppa delle energie  che vanno oltre a quelle che ci servono per svolgere un determinate compito.
E queste enercie ci fanno sentire vivi.
Svolgendo un compito senza essere concentrati  non si mettono in moto queste energie e quindi il compito viene comunque svolto ma non ci si sente vivi.
La concentrazione è palese in tutti gli sportivi. Immaginate una ragazza che fa danza classica come potrebbe svolgere il suo esercizio senza essere concentrata? Oppure un pugile che sul ring si ripete: adesso gli sferro un diretto, poi mi sposto, finta e poi gancio. È molto probabile che mentre “ pensa” ha già incassato duri colpi dall’avversario.
La concentrazione è d’obbligo per gli sportivi, ma lo dovrebbe essere anche per la gente comune e lo dovrebbe essere per svolgere qualsiasi cosa dalla più banale alla più impegnativa.
La concentrazione si dissolve nel momento stesso in cui uno inizia pensare.
Fecendo le “cose” in maniera concentrate la vita appare completamente diversa. E insisto nel dire che va applicata in tutti i momenti della giornata proprio perchè sviluppa delle forze che sono nostre; che sono interiori; che appartengono all’uomo. Ed è assurdo privarsene e non utilizzarle.
La concentrazione è un “arma” propriamente umana e sopratutto è qualcosa che dipende da noi e non dall’esterno: non deve essere comprata ma solo messa in pratica.

NB
La sola concentrazione non basta per poter essere felici, ma può essere la base da dove far nascere la felicità.
Una persona può concentrarsi pur continuando a vivere una vita sensa senso. Sicuramente riuscirà a muoversi molto bene nella sua vita ma mai potrà essere davvero felice come uno che segue la sua strada; che sviluppa le sue capacità; che le mette in pratica, e che vive secondo la modalità esistenziale dell’essere e non secondo quella dell’avere.


IMPORTANTE
Alcuni passi di EF in cui si parla della concentrazione. ( Vedi opere di Erich Fromm Mondadori, Newton Compton Editori, Casagrande, Bompiani, Gabbiani.)

Qualunque attività, se svolta con concentrazione, ci fa sentire più svegli ( anche se dopo sopravviene una naturale e benefica stanchezza ), mentre ogni attività svolta senza concentrazione ci stanca e ci annoia e, nel medesimo tempo, non ci concilia il sonno alla fine della giornata.
Concentrarsi significa vivere pienamente del presente, del momento attuale, senza pensare al prossimo impegno.
La nostra civiltà conduce ad un modo di vivere assolutamente privo di concentrazione. Si fanno molte cose alla volta: si legge, si ascolta la radio, si chiacchiera, si fuma, si mangia, si beve. 
La facoltà di concentrarsi è diventata rara primo perché nessun traguardo viene inseguito con passione e secondo perché si crede che la concentrazione sia troppo impegnativa e che per giunta affatichi. 
In realtà, a stancare è la mancanza di concentrazione, mentre la concentrazione tiene desti. 
Semplicemente accade che, compiendo un’attività senza essere concentrati, non si mettono in moto energie perché ne bastano poche per assolvere il compito specifico, mentre è proprio la mobilitazione delle energie a mantenere una persona sveglia e vivace. 
…la concentrazione sviluppa delle energie che ti rendono attivo…
La difficoltà di concentrarsi, tutto sommato, consegue direttamente alla struttura del nostro sistema di produzione.
Quanto più il nostro compito si riduce a “servire” la macchina o a fare qualcosa che, a ben vedere, potrebbe essere compiuto dalla macchina stessa, tanto più diminuisce la possibilità di concentrarsi nell’esecuzione di un lavoro.
…che importa concentrarsi se poi fanno tutto le macchine?...

L’esercizio sistematico della “retta attenzione” rappresenta il metodo più semplice, diretto, completo ed efficace per allenare la spirito e renderlo non solo idoneo ad che affrontare i compiti e i problemi quotidiani, ma anche a conseguire il fine ultimo la liberazione dalle passioni. N.M.
“La retta attenzione è la base insostituibile per una retta vita e un retto pensiero e, pertanto, contiene un messaggio vitale per ciascuno; serve al potenziamento delle capacità individuali ancora represse, affinché la forza interiore si accresca e la felicità diventi maggiore e più pura” N.M.
La concentrazione contribuisce ad assicurare una chiarezza sempre maggiore e a fornire una visione purificata da ogni falsificazione. N.M.
La concentrazione va praticata in tutti i momenti della vita quotidiana. Ciò significa che niente va compiuto in maniera disattenta ma, al contrario, in modo estremamente vigile e consapevole.
Così ad esempio, camminare, mangiare, pensare, vedere…; il fine è che la vita appare trasparente in ogni suo aspetto. 
Ogni esperienza recepita con attenzione, è chiara, reale e perciò mai automatica o meccanica e nemmeno confusa.
Raggiungendo il livello della completa attenzione in senso buddistico, si è spiritualmente svegli e consapevoli della realtà, si è concentrati, dunque non distratti.
N.M. ( Nyanaponika Mahathera, The Heart of Buddhist Meditation ).

…l’attività, in quel preciso momento, deve essere la sola cosa che conti, alla quale darsi completamente. Se ci si concentra, importa poco ciò che si fa; le cose importanti, così come quelle poco importanti, assumono una nuova dimensione, perché hanno la nostra completa attenzione.
Il concetto buddista di attenzione presuppone questo preciso modo di essere in OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA; ed è espresso dalla frase:
“ Quando dormo, dormo; quando mangio, mangio...”
Quindi puoi concentrarti in qualsiasi attività: in uno sport, in un gioco come gli scacchi, con uno strumento musicale, nel ballo, nella pittura, mentre leggi un libro, quando ascolti una persona..
“La maggior parte delle persone ascolta gli altri, oppure da consigli, senza ascoltare veramente. Non prende sul serio l’interlocutore e come risultato la conversazione stanca. È convita che si stancherebbe anche di più se si concentrasse per ascoltare. Ma è vero il contrario”.


www.qualcosacheleggo.it (Sito dedicato alle opere di Erich Fromm)


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