giovedì 1 dicembre 2011

Crisi economica

Com’è possibile, nonostante la crisi, credere ancora che il nostro modo di vivere sia giusto.
Com’è possibile, nonostante la crisi, battere ancora sullo stesso chiodo.
Com’è possibile che non si riesca a trovare una soluzione diversa da quella che ci ha portato nella situazione disastrosa in cui ci troviamo oggi...
Si continua ad insistere nella produzione, nel consumo, nel capitalismo, negli investimenti, ecc... quando proprio tutto questo ci ha portato dove ora siamo.
È come se a un malato di tumore gli venga consigliato di continuare a fumare per curare la sua malattia...
E allora mi chiedo perché non vengono prese in considerazione altre soluzioni per risolvere la crisi quando ci sono libri che già nel 1976 ( di seguito riporterò alcuni passi di Avere o essere? pubblicato nel 1976 ) parlavano di una possibile crisi economica qualora non ci fossero stati dei cambiamenti?
Nel 1976 si prevedeva una crisi economica e si offrivano delle soluzioni per evitarla. Dopo quasi trentasei anni non solo ci troviamo in piena crisi, come previsto, ma ancora non vengono prese in considerazione le soluzioni offerte tempo fa.
Il mondo occidentale è in crisi, tutto quanto e non solo il nostro paese come vogliono farci credere.
Il mondo occidentale sta seguendo delle strategie per venir a capo di questa crisi, ma queste mi sembrano le stesse di quelle che vengono consigliate al malato di tumore...

Dal libro Avere o Essere? Erich Fromm  Mondadori  1977

...Mesarovic e Pestel approdano alla conclusione che soltanto mutamenti drastici, di carattere economico e tecnologico e a livello globale, secondo le direttive di un programma preciso, possono <<scongiurare una catastrofe di grandi proporzioni e infine globale>>... trasformazioni economiche  del genere sono possibili soltanto << qualora si verifichino mutamenti di ordine fondamentale nei valori e nell’atteggiamento dell’uomo come per esempio una nuova etica e un nuovo rapporto con la natura>>...
...una nuova società è possibile  soltanto se, contemporaneamente al suo sviluppo, si verifica anche quello di un nuovo essere umano o, per usare termini meno altisonanti, se nella struttura caratteriale dell’uomo contemporaneo si determina una trasformazione di portata fondamentale...
E.F. Schumacher, che è un economista ma anche un umanista radicale. La sua richiesta di un profondo mutamento dell’essere umano si fonda su due argomenti, e cioè che il nostro attuale ordinamento sociale fa di noi altrettanti malati, e che ci stiamo dirigendo verso una CATASTROFE ECONOMICA a meno di non operare una drastica trasformazione del nostro sistema sociale.
La necessità di un cambiamento dell’uomo non costituisce soltanto un’esigenza etica e religiosa, non è frutto unicamente di un’aspirazione psicologica derivante dalla natura patogena del nostro attuale carattere sociale, ma è anche la condizione per la mera sopravvivenza della specie umana. Il vivere bene non rappresenta ormai più da un pezzo la soddisfazione semplicemente di un’esigenza di carattere etico o religioso: per la prima volta nelle storia, la sopravvivenza fisica della specie umana dipende dalla radicale trasformazione del cuore umano. D’altro canto, una trasformazione del cuore umano è possibile solo a patto che si verifichino mutamenti economici e sociali di drastica entità, tali da offrire al cuore umano l’occasione per mutare e il coraggio e l’ampiezza di prospettive necessari per farlo...
...Come si spiega che il più forte tra tutti gli istinti, quello alla sopravvivenza, abbia cessato di fungere da incentivo?
Una delle spiegazioni più ovvie è che i leader intraprendono molte iniziative che rendono loro possibile di fingere di operare efficacemente per evitare una catastrofe...
Non accade nulla che abbia un’effettiva incidenza, ma ciò non toglie che i leader e coloro che ne sono guidati anestetizzino le proprie coscienze e la propria aspirazione alla sopravvivenza facendo credere di conoscere la strada e di procedere nella giusta direzione.
Un’altra spiegazione è che l’egoismo generato dal sistema induce i leader ad apprezzare di più il successo personale che non la responsabilità sociale... Essi sembrano ignorare che l’avidità – al pari della sottomissione – rimbecillisce gli individui, rendendoli incapaci persino di perseguire i loro veri interessi , come per esempio la preservazione delle loro stesse esistenze e della vita di mogli e figli. D’altro canto, il vasto pubblico è anch’esso a tal punto egoisticamente occupato da interessi privati, da prestare scarsa attenzione a tutto ciò che trascende l’ambito strettamente personale.
Un'altra spiegazione del decadimento del nostro istinto di sopravvivenza può essere ricercato nel fatto che i mutamenti del modo di vivere che sarebbero necessari sono di tale entità, da indurre la gente a preferire la catastrofe futura ai sacrifici immediati... È questo appunto il tipo di comportamento che si verifica in individui che rischiano di morire anziché sottoporsi a un controllo medico suscettibile di concludersi con la formulazione della diagnosi di una malattia grave, richiedente un intervento chirurgico complesso...

...Anche autori... non mancano di sottolineare che una radicale trasformazione interiore dell’uomo costituisce l’unica alternativa alla catastrofe economica. Così Mesarovic e Pestel richiedono << una nuova coscienza internazionale..., una nuova etica nell’uso delle risorse materiali..., un nuovo atteggiamento verso la natura, fondato sull’armonia anziché sulla conquista..., un sentimento d’identificazione con le generazioni future. Per la prima volta dacché l’uomo esiste sulla terra, gli si chiede di astenersi dal fare ciò che è in grado di fare, di limitare il proprio sviluppo economico e tecnologico, o per lo meno di avviarlo in direzioni diverse dalle precedenti; da tutte le future generazioni della terra gli viene richiesto di condividere i suoi beni con i derelitti, non già secondo uno spirito di carità, bensì di necessità. Gli si chiede di concentrare subito la propria attenzione  sulla crescita organica dell’intero sistema mondiale...>>... concludono che in mancanza di queste fondamentali trasformazioni, <<il destino dell’Homo sapiens può considerarsi segnato>>...

... per la prima volta si è posta l’esigenza di una trasformazione di carattere etico, non già come conseguenza di credenze morali, bensì come conseguenza razionale di un’analisi economica.
Negli ultimi anni, la stessa problematica è stata sollevata  da numerosi scritti... anche in essi si pone l’esigenza del subordinamento dell’economia ai bisogni della popolazione, in primo luogo ai fini della nostra mera sopravvivenza, in secondo luogo in nome del nostro benessere...
Gran parte dei loro autori sono concordi nel ritenere che l’aumento materiale del consumo non comporta necessariamente un aumento di benessere; che un mutamento a livello caratterologico e spirituale deve accompagnarsi alle necessarie trasformazioni sociali; e ancora che, a meno che non si cessi di sprecare le risorse naturali e di minare le condizioni ecologiche della sopravvivenza umana, è prevedibile la catastrofe nel giro di un secolo...

Paul e Anne Ehrlich ... Non esiste panacea di natura tecnologica per l’insieme dei problemi che danno origine alla crisi demografica-alimentare-ambientale, benché la tecnologia applicata in maniera sensata ad ambiti come quello della diminuzione dell’inquinamento, dei mezzi di comunicazione e del controllo della fertilità umana possa assicurare concreti benefici. Le soluzioni
fondamentali richiedono drastiche e rapide trasformazioni degli atteggiamenti umani, soprattutto quelli relativi al comportamento riproduttivo, alla crescita economica, alla tecnologia, ai rapporti con l’ambiente e alla risoluzione dei conflitti...

...cominciano a levarsi voci le quali invitano a prendere in considerazione l’ipotesi di un economia a tasso di crescita zero. W. Harich propone per esempio un economia statica, di equilibrio, valida per il mondo intero, come l’unico sistema capace di garantire l’uguaglianza e di stornare la minaccia di danni irreparabili per la biosfera.

...soltanto un mutamento sostanziale del carattere umano, vale a dire il passaggio dalla preponderanza della modalità dell’avere a una preponderanza della modalità dell’essere, possa salvarci dalla catastrofe psicologica ed economica...

www.qualcosacheleggo.it (Sito dedicato alle opere di Erich Fromm)


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